Organizzato dal “Centro per l’Età Libera Insieme per Brozzi- Gruppo 334 APS”, con la collaborazione della Sezione AMVRG di Firenze si è svolto lo scorso 21 marzo , presso la Biblioteca del Centro, la conferenza “Rivolte femminili a Firenze e dintorni fra ‘800 e ‘900” tendente a mostrare uno spaccato della società fiorentina nel periodo a cavallo fra Ottocento e Novecento. Attraverso il racconto del socio Anvrg Marco Conti si è preso in considerazione il periodo storico interessato e le attività che principalmente vedevano coinvolta la popolazione femminile nella campagna nei dintorni di Firenze.
I borghi che appena lasciata la città gravitano per 4-5 Km sull’antica strada diretta a Pistoia conservano testimonianze di un passato molto lontano e una loro primitiva organizzazione federale rimanda, addirittura, all’insediamento dei Longobardi nel VI secolo. Con il progredire della cristianità e la edificazione delle chiese gli agglomerati assumeranno il nome dei Santi titolari: seguendo il corso dell’Arno incontriamo così i popoli di Santa Maria a Peretola, San Biagio a Petriolo, San Pietro a Quaracchi, Santa Lucia a La Sala, San Martino a Brozzi, Sant’Andrea a Brozzi e San Donnino. La chiesa più antica è quella di San Pietro; preceduta da un portico del ‘500 vanta un affresco datato 1428, Sant’Antonio Abate in trono e Santi, riferibile a Bicci di Lorenzo o almeno alla sua bottega. Nei locali interni di questo suggestivo complesso monumentale il nostro Marco Conti, nel 2023, aveva già curato l’allestimento della efficace Mostra relativa a un altro elemento parecchio identitario: grazie alla sapiente lavorazione manuale della pregiata paglia “da cappelli”, a partire dai primi anni del XIX secolo, tante donne della zona avevano potuto acquisire un modesto reddito e attenuare l’atavica condizione di assoluta dipendenza.
La confezione dei famosi cappelli di paglia di Firenze avveniva generalmente a domicilio mentre le piccole industrie diffuse sul territorio acquisivano i manufatti “grezzi” e procedevano alle rifiniture necessarie per la vendita diretta o l’esportazione; verso il 1850 gli addetti al settore arrivarono a superare le centomila unità in tutta la Regione e le Trecciaiole costituivano la categoria più cospicua. Passando alla seconda metà del secolo questa antica manifattura incontra però seri problemi commerciali sia sui mercati interni che su quelli esteri: una decisa concorrenza intanto muoveva dagli agguerriti comprensori di Marostica (VC) Montappone (FM) Carpi (MO) e Luzzara (RE), a livello internazionale assistiamo poi all’esordio delle competitive produzioni di Cina-Giappone e Panama. Certamente influirono anche i mutevoli capricci della moda e la miscela cominciava a diventare … esplosiva! Occorre infatti considerare che la composizione sociale dei borghi della cosiddetta “piana” fiorentina era caratterizzata dalla forte presenza di artigiani, operai, manovali, barrocciai e renaioli; persone in genere poco inclini a prendere ordini e abituate, piuttosto, ad arrangiarsi tramite attività autonome. Non va peraltro sottovalutata l’influenza esercitata dalla propaganda rivoluzionaria del russo Pietro Kropotkin ai tempi in cui Firenze fu capitale d’Italia (1865-1870) gli ideali anarchici qui riscontrarono una notevole adesione e il 30 agosto 1878 venne costituita a Peretola la prima sezione “Internazionale” dell’area fiorentina.
Ampi strati della popolazione erano insomma orientati allo scontro e una clamorosa rivolta delle Trecciaiole energicamente capitanata da Barsene Conti, non a caso soprannominata “La Baldissera”, scoppiò proprio a Peretola il 15 maggio 1896 quando le retribuzioni stabilite a cottimo scesero a livelli insopportabili: il grido “Pane e Lavoro”, lanciato dalla medesima piazza dove nel luglio 1895 il maestro Antonio Garella aveva innalzato la magnifica statua in memoria di Giuseppe Garibaldi, fu subito ripreso a San Donnino che oggi è una Frazione del Comune di Campi Bisenzio. La prima importante mobilitazione femminile per motivi salariali della storia toscana dilagò rapidamente nell’intera provincia coinvolgendo le tabaccaie-sigaraie della Manifattura di Firenze, protagoniste dal 1874 di numerosi scioperi, e le impagliatrici di fiaschi a Empoli. Il 30 maggio tutto finì senza risultati concreti per le lavoratrici che non trovarono appoggi tra gli schieramenti politici; il fuoco comunque continuava a covare sotto la cenere e altre agitazioni si svolsero, nel 1911 e nel 1912, ottenendo qualche lieve miglioramento.
Marco Conti è impegnato ormai da molti anni a diffondere, con lusinghiero successo, le conoscenze derivate dalle sue appassionate ricerche; una sintetica biografia di Barsene, morta settantenne nel 1936, è disponibile per la consultazione o il prestito presso la Biblioteca “Il Torrione” di Brozzi. Nel 1992 il Comune di Firenze intitolò alla popolana ribelle un piazzale nei pressi del Cimitero di Peretola dove riposa e pure il Comune di Campi Bisenzio, nel 2021, ha voluto contribuire al recupero della memoria collettiva aprendo un giardino pubblico dedicato alla “Baldissera”; in tale contesto di crescente interesse si colloca la riuscitissima Conferenza.
Renato Sassaroli